Intelligenza artificiale, Caratelli (Cisal Terziario): “Fondamentale investire in formazione”

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“Sviluppare le conoscenze necessarie per lavorare con queste nuove tecnologie ed affrontare l’impatto dell’IA sull’occupazione”

L’approvazione da parte del parlamento europeo della legge sull’intelligenza artificiale rappresenta il conseguimento di un importantissimo traguardo, da tempo auspicato, che attribuisce all’Europa un ruolo fondamentale nel panorama mondiale ma impone, allo stesso tempo, una riflessione su cosa ci attenda in futuro. L’intelligenza artificiale sta portando una rivoluzione epocale all’interno di molti settori, grazie ai rapidi progressi registrati nell’ambito della ricerca e dello sviluppo delle tecnologie, che preannunciano ampie possibilità di applicazione e affascinanti sfide. Ma l’impatto significativo dell’I.A. che si prospetta nei diversi comparti lavorativi, suscita non poche perplessità e timori: mentre alcuni temono che la crescita dell’IA possa portare alla perdita di posti di lavoro, altri ritengono invece che possano aprirsi nuove opportunità occupazionali. Se da un lato settori come quelli della produzione, della logistica o del customer service, potrebbero assistere ad una diminuzione dei posti di lavoro a causa dell’automatizzazione e della robotica, dall’altro l’avvento dell’intelligenza artificiale potrebbe portare alla comparsa di nuove professioni legate allo sviluppo e alla gestione di tecnologie intelligenti. Uno dei comparti che sta sfruttando sapientemente le potenzialità dell’intelligenza artificiale per migliorare le proprie operazioni e offrire un’esperienza di acquisto più personalizzata per i clienti, è senz’altro quello della grande distribuzione. L’intelligenza artificiale viene impiegata per analizzare enormi quantità di dati relativi alle abitudini di acquisto dei consumatori, ai trend di mercato e alle prestazioni dei prodotti, al fine di ottimizzare la gestione delle scorte, migliorare la logistica e creare strategie di vendita più efficaci.L’ausilio degli assistenti virtuali, consolida un servizio clienti più efficiente e sempre disponibile, migliorando l’esperienza complessiva di acquisto. Pertanto, mentre alcuni lavori potrebbero effettivamente scomparire nel tempo, è probabile che in un panorama lavorativo in costante evoluzione, altre competenze vengano richieste. È dunque di primaria importanza investire nella formazione e nello sviluppo delle conoscenze necessarie per lavorare con queste nuove tecnologie, per affrontare l’impatto dell’IA sull’occupazione. Lo stesso PNRR, prevede investimenti di risorse destinate ad implementare ricerca e formazione. I lavoratori potrebbero formarsi nei settori in crescita, come la scienza dei dati, la programmazione e l’ingegneria informatica, mentre le aziende dovrebbero adottare politiche che favoriscano la riqualificazione dei dipendenti esistenti e incoraggiare la collaborazione tra esseri umani e macchine, per massimizzare il potenziale dell’IA sul luogo di lavoro.È fondamentale adattarsi ai cambiamenti tecnologici in corso e lavorare in sinergia, rinvenendo le soluzioni più virtuose per mitigare gli effetti negativi della I.A., sfruttandone i vantaggi e perseguendo l’obiettivo di un futuro del lavoro sostenibile ed equo per tutti. Restano però da affrontare anche questioni etiche e sociali legate allo sviluppo della IA; è necessario garantire che l’intelligenza artificiale sia utilizzata in modo responsabile ed etico per il bene comune. Andrà attentamente monitorato l’impatto sull’occupazione, sulla sicurezza, sulla dignità dei lavoratori, sulla privacy dei dati, sull’equità e sull’accessibilità. Le nuove norme contenute nel provvedimento legislativo approvato dal parlamento europeo, sembrerebbero mirate a garantire il connubio tra il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini e la spinta all’innovazione; non ci resta che attendere gli sviluppi futuri.

Vincenzo Caratelli – Segretario generale Cisal Terziario