Francesco Cavallaro augura buone feste

Dal Consiglio nazionale di Rimini, l’impegno ribadito da Francesco Cavallaro

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Dal fisco alla rappresentanza, la Cisal al fianco di lavoratori e pensionati


Fisco, moneta elettronica e rappresentanza. Questi i temi affrontati da Francesco Cavallaro in occasione del Consiglio nazionale 2019 della Cisal, tenutosi a Rimini, presso l’Hotel Ambasciatori, dal 29 al 31 ottobre.

Il principale problema preso in esame dal leader del sindacato autonomo durante la sua relazione è stato come recuperare e porre a disposizione della collettività le decine e decine di miliardi sottratti dalla evasione fiscale e dall’evasione Iva.

“Noi abbiamo continuato a chiedere a gran voce l’introduzione del contrasto di interessi – ha affermato Cavallaro – abbiamo notato che nel precedente governo vi è stata attenzione, tanto è vero che siamo stati sollecitati a trasmettere un documento in proposito, richiesta alla quale abbiamo prontamente risposto”.

“Ora – ha proseguito il segretario generale – leggiamo di un tentativo di introdurre una sorta di contrasto di interesse, timido, in ritardo e condizionato da uno strano obbligo di utilizzo della moneta elettronica operante solo su alcune categorie di esercenti o produttori di beni e servizi. Che, se non vi sono ulteriori novità, dovrebbe partire nel corso del prossimo anno, quindi già depotenziato negli effetti per quanto riguarda il 2020”.

“Riteniamo – ha detto – che l’obbligo del pagamento elettronico e il limite di utilizzo del contante siano azioni che tutto sommato sono vessatorie nei confronti dei cittadini. Quindi non siamo di fronte alla attivazione del contrasto di interessi a tutto tondo, ma di un timidissimo approccio con molti limiti”.

Per Cavallaro, poi: “Non bisogna legare l’introduzione del salario minimo alle norme sulla rappresentanza sindacale”. “La Cisal – ha spiegato ancora nel corso del suo intervento – si è dichiarata, anche durante il governo precedente al primo governo Conte, favorevole alla istituzione di un salario minimo, pure registrando che ben poche sono le voci sindacali altrettanto concordi”.

“Quindi – ha detto – vi è una linea di coerenza indiscutibile della nostra organizzazione su questo importante aspetto. Ma il legare a un eventuale provvedimento di legge sull’introduzione del salario minimo anche le norme sulla rappresentanza sindacale è a nostro avviso profondamente errato, non ci spaventa, ma siamo contrari e ovviamente in tal senso ci siamo fortemente espressi”.

“Ma – ha sottolienato – ci auguravamo e ci auguriamo che si apra un dibattito su questo tema e ci attendiamo che l’esito sia la mera applicazione dell’articolo 39 della Costituzione e, quindi, del succesivo articolo 46. Ma, almeno al momento, non pare sussistano le condizioni, vi sono, invece, tentativi di non affrontare la semplice applicazione di tali articoli”.

“Basta solo e semplicemente – ha auspicato il leader sindacale – applicare la Costituzione, che è estremamente chiara, tutto il resto è un arzigogolare mirato ad eludere il dettato costituzionale”.

“Ai governi – ha ribadito – abbiamo sempre cercato di dare i nostri contributi in termini costruttivi, ma fermi nella difesa dei diritti dei lavoratori e dei pensionati e continueremo a farlo. Certo, comprendiamo che possa risultare indigesto e possa non gradire la nostra compagnia, a chi guarda con interesse la gestione della previdenza complementare, e sentirci dire che noi vogliamo che siano abolite la Dini e la Fornero”.

“Può risultare indigesto sentirci dire che l’Ape volontaria è una vergogna e che l’opzione donna non è un’opzione ma qualcosa che deve essere definito diversamente da ‘opzione’; che hai lavoratori del pubblico impiego deve essere riconosciuto il periodo di blocco dei contratti ai fini previdenziali affinchè essi non paghino una tassa alla insipienza altrio per tutta la loro vita”.

“E’ sgradevole – ha continuato Cavallaro – sentirci dire che è inderogabile il blocco delle perequazioni delle pensioni dopo che per una vita si sono pagati i contributi; che il Sud langue, e lo diciamo con cognizione perchè lo viviamo così come il resto del Paese, e che occorre intervenire e diciamo anche come”.

“Risulta sicuramente poco piacevole sentirci dire che vedere impegnati ben 23 miliardi per le clausole di salvaguardia non ci pare una soluzione adeguata a fronte di un Paese che vede aumentare la povertà e segnatamente i bambini in povertà”.

“Queste cose – ha detto a Cavallaro a margine della sua relazione – le abbiamo dette sempre e le diciamo e le diremo, ma non a tutte son gradite, ma è un problema loro non nostro. Noi siamo stati e sempre lo saremo a dare il nostro contributo e assumerci le nostre responsabilità ma a dire le cose in modo chiaro”.

“Noi andiamo avanti – a concluso – perchè questa è la Cisal, da sempre con la schiena dritta, nata dai lavoratori e dai pensionati e, fatta dai lavoratori e dai pensionati, continua a crescere”.

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