Un patto per l’istruzione e la formazione, la Cisal ha incontrato il ministro Bianchi

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Sicurezza, ridefinizione degli organici, nuova politica di reclutamento, rinnovo del contratto, ripensamento dell’obbligo scolastico e delle regole sui trasferimenti del personale, i temi principali posti sul tavolo. Pacifico: “Importante firmare e sottoscrivere il patto”. Dopo Pasqua, il testo concordato dovrebbe impegnare anche il Governo e il Parlamento 


Ha preso il via il confronto dei rappresentanti delle confederazioni dei lavoratori del pubblico impiego con il nuovo ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, dopo l’incontro svolto con il ministro della funzione pubblica, Renato Brunetta: al centro dell’incontro l’idea di siglare un patto per far ripartire il Paese dalla scuola. Per Cisal gli assi fondamentali da sviluppare sono la ripartenza in sicurezza, la ridefinizione degli organici, una nuova politica di reclutamento che riconosca l’esperienza di migliaia di precari del sistema nazionale di istruzione, il rinnovo del contratto con una formazione ripensata come attività lavorativa, opportunità e non un costo, un ripensamento dell’obbligo scolastico e delle regole sui trasferimenti del personale.  

L’incontro nel dettaglio. Il neo ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha incontrato i sindacati: nell’incontro d’avvio ha tenuto a dire che la scuola non è stata ritenuta in questi anni il perno dell’uguaglianza effettiva nel nostro paese e l’Italia ha il tasso più alto di dispersione in Europa, sia esplicita che implicita, in una situazione che mina all’unità del Paese che è anche ultimo in Europa per competenze digitali. Primo obiettivo è far tornare la scuola al centro del nostro Paese come centro dinamico e motore. Proprio per costruire insieme questa nuova scuola ha voluto iniziare il confronto con le parti sociali per riflettere insieme. Quindi, il ministro ha presentato gli argomenti, i temi per lui fondamentali, su cui propone di lavorare insieme per risolverli non in fretta, ma in tempi utili. Il professor Bianchi ha quindi ricordato che la scuola è fatta di persone per formare persone. E per fare questo occorre un patto di lungo periodo tra tutte le forze del Paese. Ha ricordato anche che sul bilancio del ministero dell’Istruzione di 55 miliardi, ben 48,5 sono di spesa per il personale ed è giusto così. La pandemia secondo il ministro ha esasperato problemi già esistenti prima nella scuola ma la logica è andare oltre la pandemia. È stata rifiutata l’idea di scuola chiusa, ricollegandosi al problema della valorizzazione dei docenti, di tutti i lavoratori della scuola e dei dirigenti scolastici. Altri temi fondamentali per il ministro su cui si vuole lavorare insieme sono la mobilità e la precarietà. E di conseguenza viene il tema del reclutamento e quindi della formazione sia in entrata sia della formazione continua del personale. Da qui il tema fondamentale dei concorsi non solo per i docenti, ma per il personale Tecnico e Amministrativo. La scuola è un ambiente di apprendimento, quindi la formazione e l’aggiornamento sono importanti, ma riguarda anche i luoghi fisici. La messa in sicurezza degli edifici deve essere un’altra priorità per cui già ci sono gli stanziamenti nel Recovery Fund per le scuole secondarie di II grado. Ma è necessario ripensare gli spazi fisici dell’apprendimento. 

Quindi si è parlato del tema delle infrastrutture, della connessione nel nostro Paese che è fondamentale perché connettere il Paese è democrazia. Anche la connessione è fondamentale per il Piano contro la dispersione e per l’integrazione che serve a ridurre i divari. Dunque bisogna ripensare il tempo pieno e costruire infrastrutture solide. Un ulteriore tema fondamentale per il ministro è il segmento 0-6 anni, su cui propone un tema ulteriore, quello del segmento 3-6 anni che deve diventare parte strutturata dell’educazione anche se non obbligatoria. È sullo 0-6 che si misura divario tra Nord e Sud del nostro Paese, ha ricordato Bianchi. Il ministro ha detto che bisogna poi lavorare sui fondi strutturali e agganciare il PNRR con i fondi strutturali: è fondamentale. La filiera tecnico-professionale è fondamentale per la crescita del nostro Paese, dunque gli ITS devono avere piena dignità e pieno riconoscimento. “Questo è un anno di indubbia sofferenza, ma che ci può servire per far ripartire la Scuola anche lavorando sulla verifica della capacità di uso online della didattica collaborativa”, ha detto ancora il titolare del MI.

Il ministro ha posto l’attenzione anche sulle discipline STEM, superando così pure la questione di genere che vede le donne meno orientate verso queste discipline. Il rinnovo del Contratto è un altro tema fondamentale che ha posto: pur rispettando ovviamente il ruolo che hanno l’ARAN e i sindacati su questo argomento, Bianchi ha tenuto a evidenziare come il rinnovo del contratto sia un tema sempre più fondamentale per assicurare la dignità delle persone che lavorano nella scuola. 

Secondo Marcello Pacifico, segretario confederale Cisal, “è importante firmare e sottoscrivere questo patto e condividerlo per istruzione e formazione, perché dobbiamo partire dal presupposto di mettere tutti insieme la scuola al centro del Paese. Se le confederazioni rappresentative del pubblico impiego hanno quest’idea comune insieme al Governo serve un grande segnale. Dopo di che ci sono i tanti temi: il tema della pandemia che è legato a quello della sicurezza, legato a sua volta a quello degli organici e del reclutamento. Tutto questo poi è legato al tema del rinnovo del contratto da sottoscrivere anche con le organizzazioni sindacali rappresentative di categoria. Il patto d’istruzione e formazione ci delinea diversi campi. La pandemia intanto: per quanto riguarda i vaccini AstraZeneca, si aspetta la sospensione e potrebbe portare dei ritardi rispetto a quello che si stava facendo, cioè la somministrazione dei vaccini. Abbiamo a che fare con una scuola simile a quella che abbiamo vissuto dopo l’approvazione dei protocolli di sicurezza; è necessario ridefinire gli organici, che devono essere assegnati in base ai tassi di dispersione scolastica nel territorio, alle difficoltà presenti nel territorio, ai flussi di immigrazione e emigrazione, ai luoghi isolati. Quest’anno per quanto concerne l’organico Covid, bisognerebbe avere chiarezza: ci sarà il prossimo anno? Avevamo chiesto anche la stabilizzazione di questo personale”. “Per quanto riguarda la digitalizzazione – ha continuato Pacifico – abbiamo bisogno di esperti assistenti tecnici in ogni istituto comprensivo, attualmente le ultime leggi ne hanno messi mille in dotazione, nemmeno tutti di ruolo, sarebbe importante negli organici pensare a questo. Inoltre ci sono 20mila posti mai attivati nella scuola di coordinatori delle segreterie scolastiche, profili As e C previsti 35 anni fa dal contratto e mai messi negli organici”. 

“Per il precariato, sono usciti i risultati di 17 commissioni su 549, il 3% ad oggi del concorso straordinario. Già da questi dati sappiamo che un posto su 4 non sarà assegnato perché non ci sono i candidati per quei posti, mentre ci sarà più del 60% di precari che sarà escluso dalla graduatoria finale. Questo vuol dire che verranno assegnanti circa 20mila posti e questa invece doveva essere la risposta dello Stato italiano al precariato. Quindi è chiaro che questo concorso straordinario non porterà una risposta al precariato, nonostante ci sia un reclamo collettivo accolto dal comitato europeo dei diritti sociali presentato da Anief. Serve certamente un canale riservato per assumere i precari. Potrebbe essere un concorso per titoli, far inserire nelle graduatorie del concorso straordinario tutti i candidati, pensare di rifarlo ogni anno, riaprire le GaE, ma una risposta deve essere data. Anche perché il concorso straordinario non è stato aperto per intere categorie di precari, come per i docenti di religione cattolica, gli insegnanti di infanzia e primaria, tutte persone che contribuiscono invece al sistema nazionale d’istruzione”. Sul sostegno, il sindacalista autonomo ha affermato che “l’aumento di 5mila posti, a fronte di 100 posti che daremo in deroga il prossimo anno, è un primo passo che ha dato il legislatore ma non è un passo concreto”. Marcello Pacifico ha poi sottolineato come sia importante “lottare contro le diseguaglianza a partire dalla scuola dell’infanzia, quest’anno il 5% delle famiglie, a causa della pandemia, ha rinunciato al percorso 0-6 e dobbiamo anche combattere il 27% dei Neet allungando l’obbligo scolastico”.

Sul tema della formazione, Pacifico ha detto che l’argomento del “V e VI ciclo del Tfa è importante. Oggi i corsi si fanno on line, non c’è bisogno di mettere limiti, bisogna premiare chi si forma”. In chiusura Pacifico ha ribadito come sia un diritto innegabile la mobilità, “bisogna cambiare i vincoli, garantendo il diritto alla famiglia e il diritto al lavoro”. Il ministro Bianchi, in chiusura, ha proposto Tavoli specifici su temi portanti: sul sistema Istruzione, con percorsi didattici, obbligo scolastico, formazione permanente e Governace; sul personale, mobilità, organici, condividendo inoltre le questioni poste dal segretario confederale Cisal, sulla scuola e la questione della sicurezza, degli spazi e dell’edilizia, sulla disparità regionali e di divari in generale. Ha inoltre proposto dopo Pasqua un nuovo incontro del Tavolo generale per giungere a definire il Patto. Verrà altresì inviato anche un documento sui vari temi che poi però saranno definiti insieme ai vari Tavoli Tecnici.