Tpl, confermato lo sciopero dell’8 novembre senza fasce di garanzia a prestazioni ridotte e manifestazione

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Confermato il prossimo venerdì 8 novembre lo sciopero nazionale di 24 ore del trasporto pubblico locale, proclamato da tutte le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto nazionale con manifestazione nazionale a Roma, davanti al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. A riferirlo unitariamente Faisa Cisal, Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Fna nel corso di una conferenza stampa in cui è intervenuto il segretario generale della Faisa Cisal, Mauro Mongelli per il quale “il momento storico che stiamo affrontando sia un punto di svolta per l’intero settore e per tutti i suoi lavoratori, ci troviamo ad un bivio che può proiettarci verso un futuro con una mobilità più efficiente, equa, accessibile e sostenibile oppure riportarci ad un concetto di mobilità di 50 anni fa, basati principalmente su spostamenti urbani privati. Per sviluppare concretamente la mobilità collettiva e garantire una reale tutela ambientale risulta del tutto evidente come sia necessario generare un incremento dell’attrattività delle forme di mobilità collettiva, realizzabile solo attraverso una nuova visione dell’intero sistema di mobilità, che destini maggiori risorse al Trasporto Pubblico Locale, sia sotto forma di investimenti infrastrutturali sia con la revisione dell’attuale sistema di finanziamento del settore; i servizi di TPL sono finanziati attraverso la ripartizione, da parte delle Regioni, del Fondo Nazionale Trasporti (FNT), la cui capienza è stata ridotta di almeno 1500 milioni di euro nell’ultimo decennio, dai ricavi da tariffazione derivanti dalla vendita dei titoli di viaggio e dalle eventuali risorse destinate con specifici interventi da parte degli Enti Locali;  risulta evidente, come l’attuale livello di finanziamento del TPL, già oggi in difficoltà anche solo a mantenere le attuali condizioni dei servizi offerti alla cittadinanza, sia assolutamente inadeguato a raggiungere gli obiettivi prefissati dal PNRR, sia a causa della mancanza di risorse per investimenti nelle nuove tecnologie che dai maggiori costi derivanti sia dai maggiori volumi di servizio necessari che dagli incrementi di costo d’esercizio proprio conseguenti, almeno in una prima fase, alle nuove tecnologie green. A questo punto è necessario fare una scelta di campo se abbandonare gli obiettivi prefissati dal PNRR, non garantendo più neanche il diritto alla mobilità alla popolazione, oppure aumentare il prezzo dei titoli di viaggio ad un valore ‘di mercato’ che assumerebbe importi sicuramente incompatibili con i principi di socialità ed equità, che molti definiscono alla base dell’offerta di tutti i servizi pubblici o ancora a reperire le risorse utili a coprire la ‘differenza di prezzo’ tra il costo reale del servizio ed il “prezzo politico” al quale lo stesso servizio si offre.Il rilancio della mobilità, deve fondarsi, anche su un sistema di regole condivise necessario a regolamentare adeguatamente il mondo del lavoro che, per essere efficiente e rispondere alle esigenze dei cittadini deve tenere in considerazione le esigenze dei lavoratori del settore, attraverso il riconoscimento di retribuzioni adeguate, nonché di condizioni ed impegno lavorativo dignitosi, garantendo la salute e la sicurezza degli stessi e, nel contempo, anche dell’utenza”.