Galleria Convegno Cisal 26 giugno 2019

Sblocco licenziamenti, Cavallaro: “Qual è la logica?”

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L’intervento del Segretario Generale: “Ma davvero si spera che il Paese possa ripartire con coorti di lavoratori anziani che temono per il loro posto di lavoro, per il futuro loro e delle loro famiglie, e con giovani disoccupati e/o sottopagati?”


“Si discute tanto su come e quando procedere allo sblocco dei licenziamenti senza pensare che, probabilmente, la maggior parte di coloro che rischiano il ‘taglio’ siano ultrasessantenni”. Lo ha detto il segretario generale della Cisal, Francesco Cavallaro. “Anche noi, come fatto in passato, auspichiamo in una proroga più lunga, ma è chiaro che prima poi lo sblocco ci sarà. E al netto di tutti i discorsi legati ad ammortizzatori sociali vantaggiosi o meno, ci chiediamo quale sia la logica di tutto questo ‘batti e ribatti’. Se è vero com’è vero che a rischiare di più il posto sono le persone vicine alla pensione, viste le percentuali di occupazione giovanile, perché non mandarle in quiescenza subito, senza le inevitabili penalizzazioni previste dall’assistenza a carico della collettività? O davvero pensiamo che quel lavoratore licenziato di 60 anni ed oltre possa davvero rientrare in azienda dopo il periodo di cassa integrazione ‘vantaggiosa’? Gira e rigira il discorso torna sempre lì: era indispensabile portare l’età di pensionamento a 67 anni ed oltre così come è stato fatto? Era indispensabile introdurre il sistema di calcolo contributivo? No, non lo era! Non erano e non sono provvedimenti equi. Sono dannosi per il Paese ed i risultati si vedono. Occorre intervenire sul sistema previdenziale, si dia la possibilità di andare in pensione ai lavoratori rimuovendo le attuali regole, si faciliti l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani. Si può fare e si deve fare, con buona pace di quanti continuano a lanciare allarmi sulla spesa pensionistica senza considerare che se non si rilancia l’occupazione dei giovani, se non si danno certezze agli anziani, se non si incrementano i consumi, ben presto qualsiasi prestazione pensionistica sarà insostenibile. Ma davvero si spera che il Paese possa ripartire con coorti di lavoratori anziani che temono per il loro posto di lavoro, per il futuro loro e delle loro famiglie, e con giovani disoccupati e/o sottopagati?”.