“Il Governo ascolti i sindacati di categoria sul Trasporto Pubblico Locale”

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Faisa Cisal: “Ripristino controllore? Con quale personale e quali misure di tutela?


Se da una parte sul Green Pass si assiste allo stallo ingenerato dal Governo, che preferisce muoversi sul filo delle interpretazioni di norme e utilizzare “faq” anziché adottare provvedimenti legislativi, dall’altra apprezziamo con meraviglia le dichiarazioni del Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, che annuncia il ripristino della figura del controllore sui mezzi e/o a terra per ridurre l’affollamento sui mezzi pubblici, assicurare il  distanziamento e l’utilizzo della mascherina.

Sarebbe interessante capire a quale figura professionale si stesse riferendo effettivamente il Ministro e sotto l’aspetto operativo, visto che ci troviamo a pochi giorni dall’apertura delle scuole, con quale personale verrà esperita tale importante attività atteso che, l’autista non deve e non potrà essere il destinatario di tale compito. Altrettanto interessante sarebbe capire con quale autorità il personale potrebbe svolgere tali compiti e quali saranno le misure di tutela per la sicurezza di questo personale.

Esattamente un anno fa, in occasione del varo delle nuove linee guida nel T.P.L. che introducevano un maggior riempimento dei mezzi (80%) che ha portato, come presagito, alla deroga fattuale del distanziamento delle persone, abbiamo manifestato le nostre perplessità anche in ordine alla mancanza di precise indicazioni su chi avrebbe controllato il rispetto di questi precetti. Il fondato dubbio e la vibrata protesta erano motivati dal fatto che, una situazione di questo tipo, avrebbe alimentato quel senso di libero arbitrio o, ancora peggio, generato ulteriori atti di violenza da parte di chicchessia nei confronti di chi avrebbe provato a chiedere l’attuazione di tali norme.

Le cronache impietosamente, restituiscono giornalmente, atti di violenza sui mezzi di trasporti ai danni di operatori e utenti nell’assoluta indifferenza collettiva ed istituzionale. Tale pericolo era già stato previsto e ampiamente segnalato a tutte le istituzioni competenti.

A distanza di un anno, riconoscendo che il Governo ha messo in campo risorse aggiuntive senza precedenti, a favore delle aziende, sia per compensare le perdite che per i maggiori costi derivanti dalla sanificazione – oltre ai cosiddetti tavoli prefettizi per una efficace programmazione, dove però si continua ad escludere il sindacato – non vi è stato alcuna attenzione specifica riferita al personale.

Altro tema, oltre a quello dei controlli, considerando anche l’immutato concentramento dei bisogni di trasporto della cittadinanza, non essendoci stato, in nessuna fase della pandemia, alcun cambiamento degli orari delle diverse attività produttive del Paese, rimane cruciale il tema della qualità, della quantità e della frequenza dei servizi offerti che necessariamente dovranno essere implementati.

Oggi, come un anno fa, continuiamo a sostenere che è necessario il coinvolgimento e l’apporto delle parti sociali, affinché non si perda un’altra occasione per dimostrare che questa modalità di trasporto, fondamentale per il paese, deve essere percepita come emblema di sicurezza, provando ad allontanare ogni tipo di fuorviante percezione che la vorrebbe considerare come facile mezzo di contagio, identificandola, quindi, come un luogo fisico sicuro e protetto anche dalle diffuse e continue intemperanze ai danni degli operatori e dell’utenza.