Decreto Sostegno, tutte le ipotesi in campo

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Due miliardi per i vaccini e aiuti a 2,7 milioni di imprese e partite Iva. Rinvio delle cartelle al 30 aprile e la proroga del blocco dei licenziamenti al 30 giugno


La prima impronta del governo Draghi sulla partita degli aiuti al Paese per via delle restrizioni anti Covid è contenuta in una paginetta dal titolo “Ipotesi decreto Sostegno”. Un documento di lavoro che circola tra i ministeri e che spiega qual è la direzione intrapresa per un provvedimento che tiene nella pancia 32 miliardi. Alcuni elementi marcano una continuità con l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte. Altri segnano invece una discontinuità.

Le ipotesi. Molte di queste scelte – come quella sui licenziamenti – avranno bisogno di un passaggio supplementare vista la delicatezza del tema. Ma intanto il primo documento dà alcune indicazioni. Le voci che compongono lo scheletro del decreto Sostegno mettono in evidenza innanzitutto un elemento che fa da cornice: quello che dovrebbe approdare sul tavolo del Consiglio dei ministri la prossima settimana non sarà un provvedimento dedicato solo ai cosiddetti ristori. E questo l’aveva messo già in conto il vecchio governo. L’impatto delle varianti del virus, il nuovo giro di chiave arrivato con l’ultimo Dpcm e che impatta su più settori, a iniziare dalle scuole. E poi le condizioni di un mercato del lavoro ancora fragile sono tutti elementi che spingono verso un intervento omnibus. Ci sono sì i soldi per gli indennizzi alle attività, ma anche per i vaccini, per i congedi parentali e per la cassa integrazione. E c’è anche un alleggerimento anche sulla velocità della macchina che invia le cartelle fiscali. Il secondo elemento che si evince dal documento è che l’ottica resta quella di un intervento di tipo emergenziale. Non totale, come è stato il principio che ha ispirato i decreti Covid dell’ultimo anno (il Cura Italia, il decreto Rilancio, il dl Agosto e poi i quattro decreti Ristori), ma comunque importante. La discontinuità passa dalla revisione di alcuni criteri all’interno di questa cornice.

I nuovi criteri per gli indennizzi alle imprese e alle partite Iva. Platea da 2,7 milioni di beneficiari. Si cambia, e sensibilmente, rispetto allo schema Conte-Gualtieri. Per gli indennizzi non saranno presi più in considerazione i codici Ateco (quelli che identificano un’attività). Un criterio che aveva suscitato parecchi malumori tra le categorie escluse dagli aiuti con i precedenti provvedimenti. Il nuovo parametro è quello del calo del fatturato: un bar, un ristorante o una palestra dovranno dimostrare di aver perso almeno il 33% nel 2020 rispetto al 2019. Nello specifico verrà considerata una media mensile del fatturato dell’anno scorso e rapportata alla media mensile del fatturato del 2019. Il Governo punta a dare aiuti a fondo perduto (soldi sul conto corrente ndr) a 2,7 milioni tra imprese e professionisti con un fatturato fino a 5 milioni. Gli indennizzi saranno calibrati su un sistema a fasce. E sulle dimensioni: più alto è il fatturato, minore è l’indennizzo. Alle imprese e ai professionisti con un fatturato fino a 100mila euro all’anno andrà il 30% di quanto perso. Il 25% alle imprese e i professionisti con un fatturato tra 101mila e 400mila euro: in pratica un bar che in un anno fattura una cifra compresa in questa forchetta riceverà il 25% di quanto ha visto andare in fumo. Si passa poi a un indennizzo del 20% per le attività con un fatturato tra 401mila e 1 milione di euro all’anno e a un sostegno del 15% per quelle con un fatturato da 1 milione a e 5 milioni annui. Ancora “da valutare” un indennizzo per le start up. Un’attenzione particolare è dedicato al turismo invernale: oltre al fondo perduto sono previsti 600 milioni da ripartire in sede di Conferenza Stato-Regioni.

I nuovi aiuti (in due tranche) entro il 30 aprile. Il documento fa riferimento a una nuova piattaforma di erogazione degli indennizzi. Da costruire entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto sulla Gazzetta ufficiale. La dicitura riportata è “Nuova piattaforma Sogei”. Sogei è la società di Information Technology del ministero dell’Economia. Secondo lo schema abbozzato i primi indennizzi arriveranno entro dieci giorni, mentre il totale entro il 30 aprile.

Gli agenti di commercio: “Bene lo stop ai codici Ateco, ma chiarire nuovi parametri”. Luca Gaburro, segretario nazionale di FederAgenti (la Federazione che raccoglie 220mila tra agenti del commercio e consulenti finanziari) chiede chiarezza al Governo. “Il fatto che non ci siano più i codici Ateco – dice a Huffpost – è una buona notizia perché fino ad ora questo sistema ha discriminato gli agenti di commercio, ma bisogna capire bene come sarà definito il parametro del calo del fatturato del 33%”. Nello specifico Gaburro avverte sulla necessità di evitare un confronto tra una fattura di maggio 2020 rispetto a una di maggio 2019: “Molti agenti di commercio – spiega – emettono una fattura trimestrale. Se il meccanismo si basa sullo schema fattura mensile su fattura mensile si rischia di escludere 220mila persone dagli aiuti”.

I licenziamenti ancora bloccati fino al 30 giugno. La coperta della cassa Covid si allunga fino alla fine dell’anno. Sul blocco dei licenziamenti, in vigore dallo scorso marzo, l’idea è di prorogare lo stop fino al 30 giugno. Non ci sono specifiche sull’eventualità di adottare questa misura solo per le imprese dei settori più in crisi come il turismo, la ristorazione e i servizi. Il rifinanziamento della cassa integrazione Covid, quella pagata dallo Stato, è programmata fino a fine anno. Come anticipato da Huffpost, si passa da uno schema di settimane da consumare in una fascia ristretto di tempo a 40 settimane da spalmare fino al 31 dicembre. Nel pacchetto lavoro sono attese anche due nuove mensilità del reddito di emergenza e una proroga dell’indennità di disoccupazione. Balla, invece, il rifinanziamento da 1 miliardo del reddito di cittadinanza.

Un pacchetto salute da 2 miliardi: priorità ai vaccini. Ai vaccini andranno 2 miliardi. Nel documento si fa riferimento al trasporto delle fiale, ma anche alla somministrazione. Su questo punto, in particolare, si parla di due fasi. La prima prevede l’intervento dei medici di famiglia, la seconda anche quello dei farmacisti.

L’invio delle nuove cartelle congelato fino al 30 aprile. Un nuovo slittamento per l’invio da parte dell’Agenzia delle Entrate di 35 milioni di cartelle e 15 milioni di accertamenti. Tutto congelato fino al 30 aprile. E fino a quella data stop anche al pagamento dei bollettini delle rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio. Tra gli obiettivi anche quello di sfoltire le oltre 130 milioni di cartelle che si trovano nel magazzino dell’Agenzia delle Entrate. Sono tutte cartelle che non sono state mai pagate. Tra le ipotesi quella dello stralcio delle cartelle fino a 5mila euro, comprensive di sanzioni e interessi, relative agli anni 2000-2015. In tutto sono circa 60 milioni di cartelle, con un costo di 1 miliardo nel 2021 e di un altro miliardo il prossimo anno.

Nel documento non compare, ma nel decreto Sostegno dovrebbe essere previsto anche un finanziamento dedicato al capitolo delle scuole chiuse a causa dei contagi. Il Dcpm che entrerà in vigore il 6 marzo prevede l’obbligo della didattica a distanza in caso di zona rossa o laddove si registrano 250 casi ogni 100mila abitanti nell’arco di sette giorni. Molte famiglie si ritroveranno con i figli a casa. Con il decreto ritornano i congedi parentali retribuiti al 50 per cento. Saranno destinati ai genitori degli studenti fino a 14 anni per il periodo di sospensione dell’attività didattica in presenza o per la quarantena degli stessi figli. Come i congedi introdotti la scorsa primavera, anche questi sono alternativi allo smart working e potranno essere usufruiti alternativamente dai due genitori. Sempre per le scuole chiuse o in caso di infezione e quarantena per i figli fino a 16 anni c’è la possibilità dello smart working agevolato: automatico, senza accordo individuale con l’azienda.