Crisi di Governo, Cavallaro: “Serve risoluzione rapida”

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“Fiduciosi nell’operato e nelle scelte del Presidente Mattarella”


Così il Segretario Generale della Cisal, Francesco Cavallaro, all’indomani del discorso del Capo dello Stato, che nel chiudere le due giornate di consultazioni, dopo la crisi di Governo esplosa nelle ultime ore, ha voluto concedere ulteriore tempo alle forze politiche in Parlamento al fine di trovare una nuova maggioranza di Governo, scongiurando così lo scioglimento delle Camere.

“Pur riponendo l’incondizionato sostegno al Capo dello Stato in questa delicata fase istituzionale e politica – scrive Cavallaro – non posso che mostrarmi preoccupato per le sorti del Paese in un periodo cruciale che rischia di riportare l’Italia in piena crisi economica e sociale”.

Per il numero uno della Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori, serve un Governo autorevole e all’altezza delle battaglie intraprese in questi mesi nei diversi tavoli di confronto con l’ormai ex Presidente del Consiglio Conte e alcuni suoi Ministri.

Toccherà a Mattarella, sentiti nuovamente i partiti e facendo leva sulla sua grande esperienza, verificare nelle prossime ore se esistono o meno le condizioni per la formazione di un nuovo Governo o se invece intraprendere nuove elezioni.

Di sicuro – sottolinea Cavallaro – l’Italia e gli italiani non possono permettersi di perdere ulteriore tempo o le ripercussioni della crisi istituzionale, come spesso accaduto purtroppo, rischierebbero di abbattersi sulle spalle e le teste dei soliti noti: lavoratori, pensionati, famiglie bisognose, giovani in cerca di impiego ma che il mondo della piccola e media impresa.

Per la Cisal la crisi va risolta all’insegna di decisioni chiare e in tempi brevi, lo richiede – come ribadito dal Presidente della Repubblica – l’esigenza di Governo di un grande Paese come il nostro, lo richiede il ruolo che l’Italia deve avere nell’importante momento di avvio della vita delle Istituzioni dell’Unione Europea per il prossimo quinquennio, lo richiedono le incertezze politiche ed economiche a livello internazionale.

In questi mesi come Cisal – sottolinea – abbiamo giudicato positivamente alcune iniziative del Governo Conte, dal reddito di cittadinanza, al salario minimo e, riguardo alla materia previdenziale, all’introduzione della c.d. “quota 100”, nonché l’ipotesi di incremento delle pensioni minime, restando, tuttavia, molte altre questioni aperte su cui bisogna porre attenzione.

Va assolutamente scongiurato l’aumento dell’Iva che rischierebbe di radere al suolo le possibilità in termini economici di famiglie e imprese, senza dimenticare la normativa che regola il sistema previdenziale pubblico derivante dal sistema di calcolo contributivo.

Rispetto a tale argomento, infatti, per la Cisal urge avviare una profonda riflessione dal momento che, a breve, il nuovo sistema inizierà ad esplicare i propri effetti con forte impatto negativo per i lavoratori, destinato, oltretutto, ad ampliarsi negli anni a venire.

E poi il Mezzogiorno d’Italia, spesso citato anche in questi giorni di consultazioni.

Serve un piano di investimenti straordinari rivolto, in via prioritaria, al potenziamento delle infrastrutture, inclusa l’alta velocità ferroviaria, oggi quasi completamente assente, e a un piano di collegamenti autostradali efficiente.

E ancora, la necessità di intervenire nella pubblica amministrazione, rendendo più efficienti le modalità di distribuzione delle risorse pubbliche, e di rafforzare le misure di contrasto alla criminalità e al lavoro nero.

La Cisal ha auspicato l’istituzione di un fondo speciale per il sud destinato alle opere pubbliche e rimarca l’esigenza di approntare un piano di investimenti per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio, ha anche proposto l’introduzione di una sorta di franchigia fiscale per le aziende del meridione che dimostrino di aumentare il fatturato.

Confidiamo quindi – chiosa Cavallaro – nell’operato del Presidente della Repubblica e nel senso di responsabilità di tutti i partiti affinché si possa ripartire in un rinnovato equilibrio istituzionale evitando così che le ripercussioni della crisi possano aggravare le condizioni di un Paese già ferito.