Il Commissario nazionale della Federazione Italiana Liberi Professionisti, Morelli, critico sul provvedimento inserito nel decreto per far fronte all’emergenza
“Avere escluso i professionisti iscritti alle casse di previdenza dal minimo indennizzo previsto per i lavoratori autonomi delle “zone rosse” più direttamente colpite dal Coronavirus è davvero una discriminazione insopportabile”. Lo ha detto il Commissario Nazionale della Filp-Cisal Vincenzo Morelli. Il Dl 9/2020 all’art. 16 – spiega – ha introdotto, a favore degli imprenditori e liberi professionisti iscritti all’Inps (anche gestione separata) che operano e/o sono residenti/domiciliati nelle zone rosse, un’indennità, di euro 500,00 al mese per tre mesi. Una buona notizia – continua – se non fosse che potranno essere indennizzati, sebbene con cifre molto modiche visti i disagi, solo i lavoratori autonomi e imprenditori iscritti all’INPS. Una circostanza discriminatoria – ribadisce Morelli – perchè l’indennizzo avviene con risorse del Fondo sociale per l’occupazione e la formazione di cui all’articolo 18, comma 1, (lettera a), del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, e quindi con fondi di finanza pubblica e non da fondi INPS. Tale comportamento, oltre ad essere palesemente anticostituzionale, è decisamente mortificante per tutte le categorie professionali, iscritti alle casse di previdenza, che insieme a tutti stanno vivendo una situazione surreale. Ancora più rammaricante – conclude – è constatare che vengono penalizzati questi contribuenti che, di fatto, sono sempre senza alcun ammortizzatore sociale”.