Coronavirus, Cavallaro: “Preoccupati per lavoratori e pensionati, servono più risorse”

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Il Segretario Generale, intervistato da Radio Radicale, auspica misure che vadano oltre l’emergenza. Ammortizzatori sociali, agricoltura, turismo, smart working e scuola i temi trattati


“Siamo preoccupati per i lavoratori ma anche per i pensionati. E’ sotto gli occhi di tutti ciò che sta succedendo ma siamo ovviamente fiduciosi”. Lo ha detto Francesco Cavallaro Segretario Generale della Cisal intervenendo a Radio Radicale. “Stiamo analizzando i decreti adottati in via emergenziale ma siamo sicuri che si può e si deve fare di più coinvolgendo le istituzioni europee che in questo momento non possono voltarci le spalle. Bisogna mettere in piedi tutti gli strumenti utili – continua – per permettere alle aziende di salvaguardare i posti di lavoro. Dalla grande industria al turismo, dai trasporti all’agricoltura. Fondamentale, secondo noi, l’attivazione e l’estensione a tutto il territorio italiano della cassa integrazione che preveda, però, il pagamento del 100% dello stipendio e non solo l’80%, senza dimenticare i liberi professionisti”. L’agricoltura è uno dei settori più colpiti da questa emergenza che va ad aggiungersi ad un’altra grande emergenza esplosa quest’anno: la siccità. In alcune zone, soprattutto il sud, il settore è in ginocchio. Raccolti compromessi e quel poco che viene raccolto non viaggia. Anche qui, come per il turismo, servono non solo misure urgenti ma che guardino anche ai prossimi mesi. Impossibile, senza, poter immaginare una ripresa di questi due grandi ed importanti settori dell’economia italiana. Noi siamo convinti che ulteriori risorse, quelle messe in campo non bastano – sottolinea Cavallaro – si possono trovare senza rinunciando nessuna delle riforme già attuate e/o in via di definizione. Mi riferisco, per esempio, ai diversi fondi non spesi dai ministeri. Non possiamo pensare di rinunciare alla riforma del pubblico impiego o quella del sistema previdenziale – ribadisce – rischieremmo di aggiustare il tiro da una parte e rovinarlo dall’altra. I soldi vanno trovati all’interno di tutte quelle sacche statali in cui da anni vi sono sperperi. D’altronde se i contratti della pubblica amministrazione sono bloccati da nove anni, le pensioni sono ferme al palo, e contestualmente il nostro debito pubblico aumenta vuol dire che qualche spreco da altre parti esiste. Cominciamo da lì. Siamo favorevoli allo smartworking e non solo per superare questo periodo d’emergenza, l’importante è che non si abusi. Servono i dovuti distingui, caso per caso. In merito alla decisione di chiudere le scuole, secondo noi, è arrivata tardi ma adesso è inutile guardare indietro. Bisogna guardare avanti e pensare ad un sostegno per tutte quei genitori che, lavorando, devono preoccuparsi dei propri figli rimasti a casa”.