Principale obiettivo quello di definire una strategia comune per il futuro della filiera puntando su investimenti in innovazione
Continua il confronto con il Governo. Oggi, presieduto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso e dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, si è svolto, a Palazzo Piacentini il primo Tavolo per il settore dell’Agroindustria. Presenti anche il viceministro Valentino Valentini i sottosegretari, Fausta Bergamotto e Massimo Bitonci, i rappresentanti della Conferenza Stato-regioni, i sindacati e le associazioni di categoria.
Il settore dell’Agroindustria, di cui l’Italia è leader nel mondo, è un settore strategico per il Made in Italy e per il Paese. Un comparto il cui prestigio è il risultato di un lungo lavoro dove l’innovazione imprenditoriale, le tradizioni territoriali, le strategie per la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturale e paesaggistico convivono in un perfetto equilibrio.
Il Tavolo ha come principale obiettivo quello di definire una strategia comune per il futuro della filiera puntando su investimenti in innovazione di prodotto e di processo per permettere all’intero settore di essere competitivi sui mercati rispetto alla concorrenza.
“Tutelare il ‘made in Italy’, spesso indebitamente utilizzato anche per certificare prodotti che in realtà non provengono dal nostro Paese, deve essere una battaglia prioritaria di tutti”. Così la delegazione Cisal, rappresentata dal segretario confederale, Massimo Blasi, e dal segretario generale Cisal Terziario, Vincenzo Caratelli, nel corso dell’incontro. “Si può e si deve fare senz’altro di più, sfruttando anche i fondi del Pnrr, in termini di investimenti e sanzioni più severe, controlli più stringenti, trasparenza, lotta al lavoro nero e allo sfruttamento, sicurezza sul lavoro, collaborazione tra gli organi competenti, sistemi di tracciamento efficaci, sviluppo della logistica, innovazione nel settore agricolo e alimentare e per la gestione delle risorse idriche. E poi la formazione e lo sviluppo delle competenze per gli operatori del settore, così da rendere più competitive le nostre imprese. Bisogna intervenire sul sistema scolastico: abbiamo bisogno – ha concluso – di un’istruzione anche di livello secondario, più mirata verso questo settore, al fine di valorizzare al massimo i nostri prodotti, non solo in relazione alla produzione ma anche alla commercializzazione e alla prospettiva occupazionale”.