Caporalato, Cisal Fialp: “Si finge di non vedere”

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La disumana morte del lavoratore indiano Satnam Singh ha, certamente, sconvolto l’opinione pubblica italiana. Eppure Satnam è stato, troppo facilmente, considerato vittima del sistema “Agro pontino” e di chi governa quella zona. Non è così. Oramai sono molti anni che si finge di non vedere come in Italia, in violazione dell’art. 4 della C.E.D.U. e della Costituzione italiana, sussista una vetusta forma di schiavitù, da debellare solo con leggi il più possibile severe e, soprattutto, efficaci. Il nostro auspicio è che le notizie apparse sui giornali non siano fondate: si sospetta che alcune organizzazioni sindacali senza remore, hanno, finanche, lucrato sulla disperazione dei nuovi “schiavi”. E’ stato ucciso da gente senza scrupoli che, sulla carta, è stata, troppo frettolosamente, considerata come “datori di lavori” mentre, in realtà, sono dei veri e propri caporali-schiavisti (…..e la pratica del caporalato è stata vietata, in Italia, sin dal 1960). Forse siamo complici tutti noi che mangiando un semplice frutto o una banale insalata non ci siamo mai chiesti cosa ci sia dietro a quella cibaria: il sacrificio disumano di poveri disperati. Da noi, che raggiungendo la splendide località di mare della costa pontina (oppure di molte altre zone d’Italia), abbiamo fatto finta di non vedere, su strade pericolosissime, le fila di bici pedalate dalla dignità di chi va al “lavoro” per pochi spicci.

Non facciamo, più, finta di niente, facciamo sentire la nostra voce ma non ai concerti o alle feste bensì al tavolo del Governo collaborando fattivamente e non approfittando per denigrare la “forza politica” di turno, la Cisal è da 67 anni al fianco dei lavoratori. Un sindacato libero dalla politica dei partiti, un sindacato forte della propria autonomia e votato alla funzione di rappresentanza degli interessi collettivi dei lavoratori.

Giuseppe Parisi e Antonio Petrillo – Segreteria Generale Federazione Cisal Fialp