Riformare pensioni e fisco per ripartire davvero, al Senato le proposte della Cisal

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A Palazzo Madama il Segretario Generale, Francesco Cavallaro, il Segretario Confederale, Davide Velardi ed il Commissario Nazionale Filp Cisal, Vincenzo Morelli. Evidenziati alcuni aspetti imprenscindibili per la Confederazione 


Nella sala “Caduti di Nassirya” a Palazzo Madama le proposte della Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori per far ripartire il Paese. Alla presenza dei Senatori Francesco Laforgia (Leu), Ugo Grassi (Lega), Roberta Toffanin, Dario Damiani, Nazario Pagano, Marco Perosino (Forza Italia), e dei Deputati Luca Pastorino (Leu) e Nicola Carè (PD), è stato il Segretario Generale della Cisal, Francesco Cavallaro, ad aprire i lavori. Dopo aver salutato e ringraziato i presenti, Cavallaro si è rivolto alla platea evidenziando alcuni aspetti imprescindibili per la Confederazione: “È inutile parlare di ripartenza se non cambiamo le regole che hanno bloccato il Paese ancor prima della pandemia. Da qui lo slogan che abbiamo scelto per l’incontro di oggi ‘Cambiare per ripartire’. Il Coranavirus ha rimarcato una già profonda difficoltà in termini occupazionali, previdenziali e fiscali – ha aggiunto. Pensare di aver superato la crisi tornando alla condizione di prima è l’errore più grande che possiamo commettere. E’ quindi necessario un cambio generazionale nel mondo del lavoro con salario minimo garantito, ma associato ad una revisione delle pensioni che preveda la rimozione del calcolo contributivo. Non possiamo dimenticare – ha rimarcato – che con l’esaurimento delle pensioni miste retributive/contributive, le riforme Dini e Fornero creeranno pensionati poveri. Una bomba sociale – ha sottolineato Cavallaro – che andrebbe ad aggiungersi alla condizione secondo cui, leggendo gli ultimi dati, nel nostro Paese si è poveri anche lavorando. Senza una retribuzione adeguata, senza tutele, senza stabilità, non può esserci futuro. Contestualmente non si può immaginare che l’adozione del salario minimo garantito – ha spiegato – possa conferire una sorta di ‘patente di congruità’ delle retribuzioni derivanti dai contratti, aprendo così nuovi e prevedibili, nonché preoccupanti, orizzonti. E poi una fiscalità di vantaggio ben coordinata con tutti i settori impositivi, nessuno escluso, che preveda una revisione profonda dell’attuale impianto dell’Irpef”. 

Ed è proprio sulla futura riforma fiscale che la Cisal, con la relazione del Dott. Vincenzo Morelli Commissario Nazionale Filp Cisal, ha posto un particolare accento:

“La futura riforma fiscale – ha esordito Morelli – dovrà essere integrale o, quanto meno, ben coordinata con tutti i settori impositivi, nessuno escluso. Dovrà revisionare profondamente l’attuale impianto dell’Irpef, sotto il profilo della base imponibile, delle aliquote applicabili e delle detrazioni fiscali. Centrale – ha aggiunto – sarà la riforma dei redditi di lavoro dipendente e autonomo. Ma essa dovrà altresì estendersi ad una revisione del reddito d’impresa, della fiscalità ambientale, della digital economy e della fiscalità locale”. E poi particolare attenzione ai giovani: “La transizione dell’Italia dalle vecchie generazionali a quelle nuove – ha sottolineato Morelli – deve essere accompagnata anche da robuste agevolazioni fiscali, frutto di un ragionato disegno riformatore. Un’occasione per una complessiva opera di semplificazione e razionalizzazione del sistema tributario nonché per introdurre sistemi di confronto sistematici, rapidi e trasparenti tra contribuente ed amministrazione finanziaria. Andrà altresì considerata la riforma del processo tributario, nell’ottica di maggiore specializzazione ed indipendenza dei Giudici”.

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